L’edizione SIF Bari 2025 si focalizza sul significato che l’abitare la “casa comune” avrà in futuro per le imprese. Sempre più autori, provenienti da background culturali anche molto diversi, invitano a riflettere sulla necessità di trattare il tema dell’“abitare il futuro” come un faro guida per superare i disordini di una società in continua accelerazione, ma priva di direzione e di pause contemplative.
“Questo mondo di merci non è adatto all’abitare, esso ha perso ogni riferimento al divino, al sacro, al segreto, all’infinito, al solenne, al sublime. Abbiamo perduto anche ogni capacità di meravigliarci (…) Da esso dovremmo tornare a ricavare una casa (Haus), anzi una casa festiva (Festhaus) nella quale valga davvero la pena vivere“.
Byung-Chul Han, La società della stanchezza
“Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli. (…) Così si manifesta che il degrado ambientale e il degrado umano ed etico sono intimamente connessi”.
Papa Francesco, Laudato Sì.
Enciclica sulla cura della casa comune
Il concetto di “abitare” ammette diverse declinazioni attorno alle quali sono state organizzate le sessioni del SIF 2025: dall’abitare lo spazio privato, sia esso una casa o un’azienda (abitazione), a quello comune (abitato), nella prospettiva dell’individuo singolo (abitante) o della comunità al quale appartiene (abitanza), tenendo poi in considerazione ciò che egli indossa (abito), ma anche i suoi comportamenti (abitudini), per finire ad affrontare tematiche quali la mobilità (abitacolo), la sostenibilità (non solo) del nostro pianeta (abitabile) e l’urbanistica (abitativo).
Ogni declinazione esprime una sfaccettatura del concetto più ampio di “abitare” e solamente riflettendo su ciascuno a livello sistemico sarà possibile elaborare delle proposte che permettano alle imprese di “abitare il futuro” senza trascurare nessun tassello che lo compone.
Tra le diverse declinazioni che il concetto di “abitare” ammette, si è approfondita in particolare quella dello spazio domestico, pur mantenendo uno sguardo esteso a dimensioni più ampie, quali il quartiere e la città. Questa attività di ricerca ha portato a redigere il Manifesto dell’abitare (www.manifestodellabitare.it) che analizza le dinamiche alla base della tensione tra l’individualità e la socialità, suggerendo che il fattore determinante nell’attività di progettazione della casa risieda nella qualità delle relazioni che questa ospita. In altre parole, le dinamiche di relazione che si instaurano tra persone all’interno, in questo caso, dell’abitazione, è ciò che trasforma lo spazio – una dimensione fisica e geometrica ridotta a un insieme di metri quadrati – in un luogo, ossia in una dimensione culturalmente coltivata e, per questo, dotata di caratteristiche uniche.
La suggestione della qualità delle relazioni abbraccia comunque tutte le restanti declinazioni del concetto di “’abitare” citate. Vi sono, ad esempio, relazioni solipsistiche che stabiliscono un legame interiore attraverso l’autoriflessione, la consapevolezza e la congiunzione con le proprie emozioni, bisogni e valori e che portano all’emersione di determinate abitudini; relazioni sociali che contribuiscono alla costruzione del senso di comunità, di abitanza, ma anche di appartenenza a un Paese o a un continente, di radicamento e di connessione con un luogo abitativo come la città; relazioni professionali all’interno di un’azienda che si fondano sulla condivisione di conoscenze e competenze; ma anche relazioni di cura caratterizzate da un profondo interesse, attenzione e impegno verso il benessere e il sostegno reciproco, sia questo rivolto a un amico speciale, a un paziente, a un familiare, a una pianta o a un animale domestico.
Nel caso dell’abitazione, si sono ripensate in maniera del tutto nuova e paradossale le forme dell’abitare la casa per risolvere una questione apparentemente insolubile: come poter garantire la soddisfazione di un bisogno primario come la socialità e il sentimento di appartenenza senza ledere necessità altrettanto importanti come l’indipendenza, la riservatezza o l’intimità? La risposta che è emersa risiede nel concetto di “giusta distanza”.
L’ambizione di SIF Bari 2025 è quindi verificare se cercare la “giusta distanza” sia l’approccio corretto per progettare, anche al di fuori della casa, tutte le altre forme dell’abitare il futuro, partendo dalla coabitazione nel mondo dei diversi continenti e nei continenti dei diversi Paesi, la coabitazione della tradizione con l’innovazione in città fragili quali Venezia e la coabitazione in mobilità oppure quando ci troviamo costretti in un ospedale.
Il concetto di spazio privato (abitazione) verrà esplorato in quanto sede di relazioni intime e personali che si esplicitano in uno spazio fisico, mentale e, addirittura, digitale. Lo spazio comune (abitato), invece, in quanto frutto dell’interazione tra persone, dispositivi e realtà differenti all’interno del medesimo perimetro urbano. Le persone (abitanti) e il rapporto che stringono in comunità (abitanza) permetteranno di ragionare su trend socioculturali e su valori comuni e aggreganti.
Verranno esplorate altre tematiche trasversali quali la mobilità (abitacolo), ossia il modo in cui le persone interagiscono nello spazio fisico di un veicolo influenzando la convivenza e l’efficienza degli spostamenti all’interno di una comunità; la sostenibilità (abitabile), ossia l’interazione delle persone con l’ambiente circostante volta a promuovere la conservazione delle risorse naturali e il benessere globale; e l’urbanistica (abitativo), ossia l’interazione tra le persone e il loro ambiente urbano che influenza aspetti quali la qualità della vita, l’accessibilità, la sicurezza.
I comportamenti delle persone (abitudini) e il rapporto con il loro corpo (abito) sono un altro punto di osservazione che i progettisti di relazioni di qualità debbono considerare con maggiore attenzione dato il crescente interesse per il tema del benessere e la progressiva responsabilizzazione del singolo rispetto al suo stato di salute.
Perché sia possibile “Abitare il futuro” si impone una rottura con il presente, un ripensamento radicale dei suoi paradigmi e delle sue convenzioni.
L’obiettivo di SIF Bari 2025 è, quindi, invitare i partecipanti – imprenditori, manager, professionisti, accademici e policy maker – a una riflessione multidisciplinare sul concetto di “abitare il futuro”, la quale si possa tramutare nella co-creazione di un manifesto per ciascuno delle tematiche trattate.
Teatro Petruzzelli Circolo Unione Bari
Via Alberto Sordi, 7 – Bari
Agenda
15.00 – 15.30 Registrazioni
15.30 – 15.45 Introduzione SIF 2024
15.45 – 17.00 Beyond the Hype: ecosistemi territoriali per le tecnologie emergenti
17.00 – 17.30 Il Deep Tech: la quarta onda d’innovazione
17.30 – 17.45 Il Deep Tech: la convergenza tra l’economia spaziale e quella digitale
17.45 – 19.00 Tavola rotonda
19.00 – 19.30 L’impatto del Deep Tech sulla società
19.30 – 21.00 Aperitivo di networking
Dov’è il SIF
Torre Aldo Rossi – Università LUM “Giuseppe Degennaro” – Casamassima (BA)
Torre Aldo Rossi – Università LUM “Giuseppe Degennaro” – Casamassima (BA)
16 maggio 2025
Ore 10.00 > 17.00